Un’Europa libera dalla violenza sulle donne
Il ruolo dell’Ue per la promozione di iniziative di prevenzione e contrasto della violenza di genere
di Marcello D’Amico

Secondo la definizione adottata dalle Nazioni Unite, per violenza nei confronti delle donne «si intende ogni atto di violenza basato sul genere che abbia come risultato un male o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica in danno a una donna, inclusa la minaccia di tali atti, la costrizione o la privazione arbitraria della libertà, indipendentemente dal fatto che si verifichi in ambito privato o pubblico». L’Unione europea non ha competenza diretta in materia di tutela dei diritti umani, nonostante le recenti riforme abbiano rafforzato il quadro di tutela dei diritti fondamentali, in particolare attraverso il valore giuridico vincolante attribuito alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. In un contesto di poteri limitati, essa ha tuttavia svolto un ruolo fondamentale per la promozione di iniziative di prevenzione e contrasto della violenza nei confronti delle donne. L’intervento trova fondamento nella competenza dell’Unione europea in materia di parità tra donne e uomini (la violenza di genere è infatti uno dei punti della strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015) e in materia di contrasto alle forme di criminalità transnazionale per la creazione dello Spazio di Libertà Sicurezza e Giustizia, nell’ambito del quale è intervenuta per la criminalizzazione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime di tale reato. Nel 2011 è stata infatti adottata una direttiva per assicurare l’introduzione negli Stati membri di norme per la prevenzione e il contrasto della tratta di donne e minori a scopo di sfruttamento sessuale ed economico (direttiva 2011/36/EU). Un recente intervento riguarda invece la direttiva sulle vittime (direttiva 2012/29/UE), che introduce norme minime in materia di diritti, protezione e assistenza delle vittime di reati nell’Ue, incluse la violenza di genere, la violenza sessuale e la violenza domestica. Dagli anni Novanta, inoltre, l’Unione ha assicurato il sostegno finanziario a progetti transnazionali promossi dalle associazioni degli Stati membri attraverso i programmi a gestione diretta delle Direzioni Giustizia e Affari Interni della Commissione europea, così come ha sostenuto i percorsi di integrazione socio-lavorativa delle donne vittime di tratta attraverso il Fondo Sociale Europeo.
I numeri di un fenomeno presente ma sommerso
Su richiesta del Parlamento, l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali ha pubblicato nel 2014 un’indagine che ha coinvolto 42.000 donne (tra i 18 e 47 anni) nei 28 Stati membri, con cui per la prima volta si delinea un quadro conoscitivo della situazione. Alle donne intervistate è stato chiesto di fornire informazioni sull’esperienza personale rispetto alle forme di violenza di genere. I risultati confermano la diffusione e la natura sommersa del fenomeno: nei 28 Paesi membri una donna su tre (33%) ha dichiarato di aver subìto una forma di violenza fisica o sessuale e l’8% delle intervistate ha subìto violenza nei dodici mesi precedenti l’intervista. Di tutte le donne intervistate che hanno o hanno avuto un compagno, il 22% ha subito una violenza fisica o sessuale a opera del partner. Il rapporto evidenzia il ruolo fondamentale degli operatori dei servizi sanitari nell’identificazione dei casi di violenza: per l’87% delle donne sarebbe accettabile che il medico possa chiedere informazioni nel caso in cui i pazienti mostrino segni di potenziali atti di violenza. Del resto, il rapporto mostra che circa un terzo delle donne si rivolge a ospedali o centri sanitari (per i casi di maggiore gravità), mentre solo il 6% si rivolge a un’associazione. Una donna su quattro non ha contattato la polizia neanche nei casi più gravi. L’indagine e altri rapporti di ricerca sul tema della violenza possono essere consultati nelle pagine web dell’Agenzia: www.fra.europa.eu.
Le iniziative dell’Unione europea
Per rafforzare il quadro conoscitivo in materia di politiche e misure negli Stati membri per contrastare la violenza di genere, l’Istituto Europeo per la Parità di Genere ha elaborato nel 2013 un database che raccoglie a livello europeo dati e informazioni sulla violenza di genere allo scopo di supportare le autorità nazionali competenti e gli operatori sociali che lavorano nella prevenzione e contrasto della violenza di genere nell’Ue. Tale strumento informativo mette a disposizione degli operatori informazioni sulle campagne di sensibilizzazione, sui servizi di supporto e assistenza alle vittime, sulle iniziative di formazione relative al tema della violenza di genere realizzate nei diversi Paesi membri. Sono inoltre raccolte buone pratiche, strumenti e metodologie di lavoro per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. Il database può essere consultato nel sito web dell’Agenzia: www.eige.europa.eu.
Nell’ambito del nuovo quadro finanziario 2014-2020, la Direzione Generale Giustizia della Commissione europea, che è competente per le politiche per la promozione della parità tra donne e uomini, gestisce il Programma di finanziamento a gestione diretta «Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza», che ha l’obiettivo di rafforzare lo spazio europeo in cui l’uguaglianza e i diritti delle persone siano promossi, protetti e attuati in modo efficace. Tra le finalità specifiche che il programma intende perseguire vi è «la prevenzione e il contrasto di tutte le forme di violenza nei confronti di bambini, giovani e donne, nonché la violenza contro gruppi a rischio, in particolare i gruppi a rischio di violenza nelle relazioni strette, e la protezione delle vittime di tale violenza». In attuazione del programma, il piano di lavoro del 2014 pubblicato dalla Commissione prevede la pubblicazione entro il mese di dicembre 2014 di alcuni bandi di interesse per il tema:
- Un bando con una dotazione finanziaria di 4.500.000 euro per cofinanziare progetti transnazionali diretti a prevenire, informare e contrastare la violenza nei confronti delle donne, giovani e minori legata a pratiche violente (mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati o precoci, crimini d’onore contro donne, giovani e bambini).
• Un bando con una dotazione finanziaria di 4.500.000 euro per cofinanziare progetti transnazionali per il supporto alle vittime di violenza (donne e minori o altri gruppi a rischio).
- Un bando con dotazione finanziaria di 1.500.000 euro per cofinanziare progetti transnazionali di intervento in favore di minori vittime di bullismo a scuola, in strutture residenziali o in istituti di detenzione.
- Un bando con dotazione finanziaria di 3.800.000 euro per cofinanziare progetti transnazionali per rafforzare la capacità dei professionisti nell’ambito dei sistemi di protezione e dei professionisti nel settore legale che rappresentano gli interessi dei minori nei procedimenti.