L’approccio capacitante nella demenza
PIETRO VIGORELLI – Medico, psichiatra e psicoterapeuta, consulente di formazione per le RSA, è cofondatore e presidente del Gruppo Anchise

1. Ci può spiegare in cosa consiste l’ApproccioCapacitante®?
Il rapporto tra chi cura e chi è curato è sempre asimmetrico, con l’operatore che sta in posizione up e l’assistito in posizione down. L’Approccio capacitante, invece, è un modo di relazionarsi con l’anziano fragile che parte dal riconoscimento delle sue competenze elementari (competenza a parlare, a comunicare, emotiva, a contrattare, a decidere). In questo modo lo si riconosce davvero come persona e il rapporto tende a diventare più paritario e felice.
2. Qual è il metodo più efficace e corretto per comunicare con persone con demenza?
L’operatore capacitante cerca di riconoscere la comunicazione della persona con demenza nel momento in cui avviene, così come ne è in grado. L’operatore capacitante impara ad ascoltare, poi sceglie le parole da dire per accompagnare la persona con demenza nel suo mondo, senza correggere e senza fare domande. Facendo così, scopre con piacere che è possibile trovare un punto d’incontro felice tra il proprio mondo e il mondo possibile della persona con demenza.
3. Nella nostra società l’assistenza assume un ruolo sempre più importante. Si può riuscire a garantire un servizio efficiente, mantenendo intatta la qualità del rapporto?
L’Approccio capacitante ribalta i termini del problema. Al primo posto mette la qualità del rapporto, al secondo l’efficienza del servizio: l’obiettivo prioritario di una buona assistenza consiste nel favorire una convivenza sufficientemente felice tra anziani fragili, familiari e operatori.